Le Relazioni meravigliose
Simona Pisanello

Cari amici,
anche quest’anno ce l’ho messa tutta per non far finire l’estate, ma già da qualche week end vedo i ricci delle castagne di Maso Zambo arrossire inesorabilmente…
Eppure, qui sull’isola godiamo di una luce radiosa da piena estate: sarà che qualche giorno fa la sala riunioni si è accesa dell’energia pulita e frizzante di 16 donne (e un uomo, il nostro Stefano!) per il kick-off di un progetto al femminile che vedrà la luce a dicembre. Messi in cambusa vitalità, idee e cuori elettrici, navigheremo per tutto l’inverno, sfrontate e sfacciate, in barba alla crisi energetica.
Mentre le scoprivo a una a una, meravigliose nella loro diversità e accomunate dallo stesso entusiasmo contagioso, mi sono detta che Itaca aveva colpito nel segno: ma come siamo riusciti a incontrare e a far incontrare persone tanto belle?
L’arte di creare relazioni mi regala le soddisfazioni più grandi, mi appartiene come una seconda pelle, ed è un fondamento del manifesto di Itaca. La cura dei rapporti – oltre al lavoro, ai progetti e ai numeri che devono tornare – mi è sempre rimbalzata indietro decuplicata: qui sull’isola diamo 100 ma riceviamo 1000! Richiamando i progetti dal nostro adorato Criceto (il prezioso server, la nostra memoria e lo sguardo sul nostro futuro) mi rendo conto ogni volta che siamo circondati da persone speciali con cui intrecciare storie e intraprendere nuovi percorsi è un piacere sottile e persistente.



Come è accaduto qualche giorno fa nell’incontro con Paolo De Marchi a Isole e Olena che ci ha emozionato con l’armonia che ha creato nel Chianti Classico. E come è accaduto con Diego Cusumano e i sommelier del Mudec capitanati da Sebastien Ferrara che, grazie alla mia ventennale amicizia con chef Enrico Bartolini, sono pronti a partire verso le pendici dell’Etna in visita alla strepitosa cantina di Alta Mora.
Ma è capitato anche che, festeggiando con una cena da Anima il compleanno della mia Valentina, prima solo amica e poi partner di Itaca nei progetti a gran voce, ci sia scappato di organizzare con naturalezza pranzi per la stampa a Milano (siamo pronti, con le nostre cantine di montagna, a celebrare le cinquanta vendemmie del Sirmian di Nals Margreid e a farci sbalordire da una verticale di Aquila Nera di Cesarini Sforza), e già che c’eravamo anche eventi di team building al Relais Sant’Uffizio (parte anch’esso della famiglia allargata di chef Bartolini).
Lo sapevo, vedete? La mia passione mi ha preso la mano: l’importanza delle relazioni, la fiducia che costruiamo con le persone, i piccoli atti di gentilezza che sono il nostro modo di accogliere (avete presente il sorriso di Marina quando vi apre la porta di Itaca e vi offre il caffè?), i clienti che diventano amici e quelli che ti seguono per venticinque anni anche se cambiano azienda. Valori che si alleano con l’altra mia fissa: circondarsi di menti giovani capaci di mescolare il loro ardore entusiasta con la saggezza dell’“altra metà” di Itaca, quella più vecchietta esperta.
Simona